La situazione della Scuola Pubblica in generale, e di quella bolognese in particolare, non è mai stata così critica come in questi mesi.
Abbiamo una forte crescita di alunni (+10.000 in regione) che conferma il trend ormai pluriennale della nostra regione.
A seguito del battage pubblicitario che prometteva "più tempo pieno per tutti" si è verificato, com'era prevedibile, una crescita percentuale (dal 10 al 20%) delle richieste di tempo lungo.
Nelle nostre scuole, a causa dei tagli agli organici, le classi sono sempre più sovraffollate. Nelle stesse scuole, i fondi versati volontariamente dai genitori stanno progressivamente prendendo il posto dei finanziamenti tagliati dal ministero.
Ogni anno si ripetono i tagli ma lo spessore su cui incidono è sempre più vicino alla soglia di collasso per via dei tagli operati gli anni precedenti.
Su questo scenario mortificante si è innestata una riforma varata in modo pasticciato e frettoloso che è esattamente complementare ai risparmi finanziari che l'hanno preceduta. Due facce della stessa politica scolastica che mira a relegare la Scuola Pubblica ad un servizio residuale, che eroga "livelli minimi di prestazione".
Ma la riforma non è solo riduzione del tempo scuola . E' anche ritorno al passato con l'insegnante tuttologo, è la scolarizzazione precoce, è un modo subdolo per dare alla famiglia un ruolo improprio, negandogli però il diritto di veder accettate le proprie scelte in termini di modelli didattici/formativi coerenti, è la suddivisione dei bambini per potenzialità di crescita. E 'soprattutto, passateci il termine, un gran casino che nessuno sa ancora come declinare concretamente all'interno dei piani dell'offerta formativa.
Quello che invece sappiamo con certezza è quello che le famiglie hanno chiesto ma il ministero ha negato. La nostra regione non avrà 90 nuove sezioni della scuola dell'infanzia, non avrà il completamento di organico delle 40 sezioni aperte part-time lo scorso anno, non avrà le 190 nuove aperture di tempo pieno e le 350 di tempo prolungato.
Non avrà più le compresenze, braccio operativo dell'autonomia, ed elemento essenziale per riuscire a gestire proficuamente classi sempre più numerose e difficili da gestire (gli studenti stranieri sono il 7,49 % contro il 3,56 % nazionale, alta anche la percentuale di bambini disabili) . Non le avrà più perché, per tamponare le falle di tempo scuola, sarà necessario attingere alle risorse "in più" e quindi eliminare le poche compresenze rimaste a scapito della qualità complessiva della didattica, in tutte le classi.
Siamo arrivati al paradosso che il CSA chiede alle scuole statali di accertare se ci sono ancora posti disponibili nelle scuole dell'infanzia private sul territorio, quasi che una scuola religiosa a pagamento sia la stessa cosa di una scuola laica gratuita.
Per tutte queste ragioni, se non ci sarà un aggiustamento di rotta, la scuola della nostra regione, rischia di vedere vanificati anni di crescita, di investimento , di politiche scolastiche che accompagnano il futuro cittadino dal nido sino all'ingresso del mondo del lavoro.
Genitori Attivi Scuola Pubblica, in questi mesi, ha girato decine e decine di Istituti, della provincia bolognese, ferrarese, ravennate. Abbiamo spiegato cosa cambia e raccolto l'allarme dei genitori e degli insegnanti.
Abbiamo appoggiato tutte le iniziative di mobilitazione locali e nazionali promosse da associazioni e sindacati.
In questo momento, riteniamo però indispensabile un atto forte e significativo su base regionale. Una pressione forte e ineludibile che coinvolga i genitori, gli insegnanti, il personale ausiliario, gli studenti, le associazioni, i sindacati, i parlamentari, i politici, gli enti locali.
Siamo piccoli ma combattivi e non intendiamo rinunciare alle nostra visione della Scuola Pubblica.
Per questo abbiamo indetto un sit-in piazza XX settembre, sede della direzione Scolastica Regionale, per Mercoledì 26 maggio, dalle 17:30 alle 20:00 chiedendo di aggregarsi a tutti quelli che condividono la nostra idea di scuola.
Abbiamo scritto a tutte le associazioni e a tutti i sindaci della provincia di Bologna. Ci stiamo organizzando con gli altri coordinamenti regionali e con il tavolo bolognese per la scuola.
Abbiamo anche formalizzato la nostra visione della scuola in una sorta di credo laico dove risaltano i valori in cui ci riconosciamo. Ne abbiamo ricavato un'email che vorremmo che arrivasse alla direzione scolastica regionale in almeno 10.000 copie, tante quanti sono gli alunni in più che quest'anno, in regione, "reclameranno" un'istruzione di qualità.
Abbiamo poco tempo, la scuola sta per finire e dopo l'estate i giochi saranno ormai fatti. Chiediamo la collaborazione di TUTTI, partecipate, fate girare il materiale via e-mail, coinvolgete tutti i cittadini.
Cerchiamo di fare sentire TUTTI INSIEME la nostra voce…forse qualcuno ci sentirà.