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    13 ottobre 2002 - Finanziaria 2003: nuova versione, meno servizi.



    Il governo ha cambiato le parti della finanziaria che riguardano la scuola, ma il danno rimane anche se applicato in modo più subdolo e meno visibile. I risparmi sulle spalle della scuola pubblica ammontano a 242 milioni di € in tre anni. Vediamo come.

    Obbligo per i docenti ad un minimo di 18 ore di lezione a settimana accorpando anche diverse materie.
    Nelle scuole secondarie, le cattedre di alcune discipline sono costituite da un numero di ore di insegnamento inferiore a 18 ore. Le ore in meno, però, vengono utilizzate per effettuare le sostituzioni dei docenti assenti, per attività di recupero a vantaggio degli alunni che presentano lacune o, comunque, per attività previste nel piano dell'offerta formativa.
    Con le nuove disposizioni, invece, tutti i docenti dovranno avere un orario di 18 ore piene. L'effetto sarà il taglio di 8.000 cattedre e addio al lavoro per molti supplenti annuali.
    Riduzione del 6 % in tre anni dei collaboratori scolastici.
    10.000 collaboratori scolastici in meno nell'arco di tre anni (si aggiungono ai 20000 "tagliati" l'anno scorso.).
    Servizi di pulizia affidati a soggetti esterni.
    Stop alle deroghe per gli insegnanti di sostegno.
    La deroga consente aidirigenti scolastici, al di fuori dell'organico di posti autorizzato, di assumere docenti con contratto a tempo determinato per casi certificati di particolare gravità.
    Ora la deroga dovrà essere validata dal Direttore Generale dell'ufficio scolastico regionale all'interno di un contingente definito di posti che verrà fissato da apposito decreto ministeriale.
    Via i docenti "inidonei".
    I docenti che per motivi di salute dovessero essere dichiarati inidonei all'insegnamento, potranno chiedere di essere collocati fuori ruolo presso l'amministrazione scolastica oppure presso altre amministrazioni dello Stato. Se non lo faranno, saranno mantenuti in servizio per 5 anni e poi, saranno licenziati.

    Sono tagli meno evidenti di quelli contenuti nella prima bozza (vedi ns. editoriale del 23 settembre) ma gli obiettivi rimangono gli stessi. Esemplare, da questo punto di vista, il provvedimento per le deleghe al sostegno; si persegue l'obiettivo di limitare il sostegno all'handicap non aumentando il rapporto insegnanti/alunni ma bloccando di fatto la delega (oggi tutti i direttori regionali sono persone fidate del ministero) che consente ai dirigenti, nella loro autonomia di giudizio, di tamponare le falle lasciate dallo stato. Il risultato è lo stesso.
    Inaccettabile poi, dal punto di vista morale, il concetto per cui, se non puoi insegnare per motivi di salute, cambi mestiere o ti licenzio. Chi svolgerà le funzioni amministrative oggi seguite da questo personale ? E quelle dei collaboratori scolastici "tagliati" ? Le pulizie si possono anche dare in appalto ma chi fornirà agli alunni in difficoltà, quell'assistenza indispensabile per frequentare la scuola con dignità di cittadino ?

    Ma la mossa più subdola non è contenuta negli articoli che riguardano direttamente la scuola. Vediamo cosa comporta la riduzione del 2 % dei trasferimenti agli enti locali e l'invarianza nella spesa per beni e servizi rispetto all'anno scorso.
    Considerando che il grosso dei bilanci comunali è costituito da spese fisse, i Comuni non avranno altra scelta che limitare i servizi. Secondo uno studio della CGIL , questi tagli peseranno sulle tasche degli italiani almeno per 3.600 euro l'anno!!!
    In particolare nella scuola:
    -7 % nella spesa per le scuole elementari e materne.
    Meno assistenza ai disabili, meno bus scolastici, meno mense, meno servizi per 40.000 bambini.
    - 13.200 posti nei nidi comunali.

    Come vedete c'è ben poco da rallegrarsi per le modifiche apportate dal governo.
    Ma non disperate... la situazione può ancora peggiorare. La finanziaria non è ancora stata approvata e la Confindustria si è già lamentata pesantemente. Servono più fondi per le imprese.
    Sarà ancora la Scuola a dover "dare" ?

    A.G
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